domenica 25 marzo 2012

ipotesi di programma

fra tutte le possibili e numerose funzioni elencate, ho deciso di soffermarmi sulle prime due; vediamo cosa ne esce fuori...

1) LA PLASTICA
è uno dei materiali più utilizzati e allo stesso tempo odiati...ma allora c'è qualcosa che non torna!?!
vediamo cosa possiamo fare noi per cambiare questo processo...questo è il motto del programma funzionale del progetto: UN MONDO DI PLASTICA


2) L'ARTE
io sostengo infatti che le opere d'arte o gli "attacchi creativi" di ciascuno di noi (ed io ne ho parecchi ahimè), siano una forma di emancipazione, di crescita e valga la pena rendergli onore.
Ecco dunque come nasce il secondo programma funzionale per l' ARTS CENTER

scelta delle funzioni

A questo punto devo dirvi le mie due, tre anzi quattro possibili funzioni adatte a quest'area:
1) la plastica
2) l'arte
3) lo sport
4) l'era del digitale
5) la pittura
6) l'archeologia
scusate, mi ero fatta prendere dalla mano e ne ho trovate altre due...

ma tornando a noi, indovinate un po' cos'hanno in comune tutte queste funzioni????
esatto, il fruitore!!!!

scelta dei "compagni di strada"

ciao a tutti, in questo post vi illustrerò i miei tre "compagni di strada":
EXPLORA: il museo dei bambini di Roma,
LILAS CENTER: il centro delle arti di Parigi,
ROSENTHAL CENTER: il centro delle arti contemporanee di Cincinnati.
Apparentemente possono sembrare tre progetti competamente differenti ma in realtà dal mio punto di vista hanno molto in comune...sono centri per il sociale che dunque mettono al primo posto le esigenze e le aspettative del fruitore...che scusate ma a me sembra moltissimo!


Partiamo dal primo elencato:

EXPLORA IL MUSEO DEI BAMBINI DI ROMA. UNA CITTA’ DI BIMBO COSTRUITA NEL CUORE DELLA CAPITALE.

Il museo, inaugurato nel 2001, sorge nell’area dell’ex deposito tramviario Atac di Borghetto Flaminio, a Roma. Il complesso, attraverso un progetto di recupero in collaborazione con l'Ufficio Progetti Città Storica del Comune di Roma, è stato così restituito alla comunità come catalizzatore sociale per piccoli e adulti. Il recupero dell’originale struttura in acciaio e ghisa a travi reticolari brevettata dall’ingegner Polenceau, ha permesso di realizzare un padiglione espositivo trasparente che consenta una buona continuità visiva tra gli spazi interni ed esterni. Inoltre, il complesso museale è dotato di due impianti fotovoltaici che lo rendono autosufficiente. Il primo, installato sul lucernario e sul lato sud del padiglione, ha 12 pensiline mobili che consentono una variazione nell’assetto dell’ombreggiatura della facciata secondo le stagioni; mentre il secondo, più recente, funge da pensilina per le auto nel parcheggio privato. Dal punto di vista sociale invece, il progetto riveste un ruolo di primaria importanza sia per la formazione dei più piccoli, che qui diventano “grandi scopritori” del mondo che li circonda; sia per gli adulti (famiglie e operatori del settore) che attraverso l’esperienza pratica e le numerose attività formative organizzate dalla struttura, tornano a guardare il mondo con gli occhi dei bambini.



Al secondo posto troviamo:

LILAS ANIMATION CENTER. IL CENTRO DI ANIMAZIONE PARIGINO

Il progetto, firmato dall’architetto Biecher, è notevole per il suo inserimento nel contesto urbano parigino.
La sua posizione angolare tra Rue des Lilas, Rue du Pre-Saint-Gervais e Rue des Bois e la vicinanza alla fermata della metro in Place des Fetes, lo rende particolarmente piacevole e fruibile ai cttadini.
Al suo volume compatto, si contrappone una facciata con motivo a scacchiera ottenuta alternando pannelli modulari di rivestimento (le cui dimensioni standard sono: altezza 238 cm e larghezza 180 cm) color bianco, argento, nero e vetro. La piega in facciata diventa anche l’elemento di raccordo con l’edificio adiacente creando un ritmo grafico che evoca l'estetica del digitale, non senza risonanza con il contesto.
All’interno invece, la caratteristica predominante è la funzionalità, la leggibilità e la luminosità degli spazi.
Il sapiente accostamento dei colori su pareti, pavimenti e soffitti caratterizzano ogni singolo ambiente e punto di snodo rendendo l’edificio; apparentemente massiccio, una scatola magica nella quale imparare a fare arte.



Ed infine al terzo posto nell'elenco, ma solo per una questione alfabetica:

ROSENTHAL CENTER FOR CONTEMPORARY ARTS.

Il Rosenthal è un centro per le arti che ospita mostre temporanee, installazioni, performance e altri eventi.
L’edificio, firmato dall’architetto Zaha Hadid e situato all’incrocio tra la 44 East 6th Street e la Walnut Street; si innesta in un tessuto urbano fitto e mutevole, come elemento dinamico in grado di comunicare con la città.
Le due facciate complementari, sono il risultato dell’accatastamento di più volumi lineari di cemento, vetro e pannelli metallici e si relazionano in maniera diversa con la città. Se da una parte la facciata sud, in parte traslucida, offre grandi vedute della città, dall’altra la facciata est, al contrario, appare impenetrabile nella sua densità.
Flussi, energia, vitalità e scambio reciproco con l'intorno cittadino, sono gli elementi che muovono il progetto.
Il basamento infatti; completamente vetrato e con un particolare soffitto a bassorilievo che lascia intravedere le gallerie superiori, è pensato come un “tappeto urbano” che convoglia il flusso dei cittadini verso l’interno.
Qui, una grande rampa sospesa, crea un evidente senso di movimento e di dinamismo e permette l’accesso alle gallerie dei livelli superiori; mentre un'altra, che nasce da un taglio nel pavimento, conduce ai piani inferiori.
Le gallerie infine, tutte in grado di modificare le proprie forme e dimensioni grazie alle pareti mobili, presentano vari tipi di finiture: da quelle levigate a quelle grezze, dalle pavimentazioni in legno a quelle in cemento; in modo tale da adattarsi alle varie mostre, esposizioni e performance che si succederanno nel tempo.


Non sò quanti di voi conoscessero già questi progetti, ma a mio avviso (come ho già scritto in precedenza) sono molto interessanti.
Successivamente cercherò di spiegarvi anche il perchè di queste mie scelte, per ora vi saluto.

domenica 18 marzo 2012

scelta delle possibili tre aree d'intervento

di seguito riporto le prime tavole con le scelte delle possibili aree d'intervento;

1) questa tavola è un riassunto del primo sopralluogo.
Girando per il quartiere infatti, ho avuto modo di entrare in contatto con questa parte di città che ancora non conoscevo. La prima impressione è stata quella di un contesto urbano ricco di storia e reperti archeologici che però; pur influenzando tutta l'urbanizzazione circostante, non vengono salvaguardati nè vengono utilizzati come catalizzatori sociali.
Inoltre, i tanti spazi verdi pubblici o privati della zona, non vengono percepiti dagli abitanti come patrimonio comune, aumentando la loro lamentela per la scarsa vivibilità del quartiere.



2) la prima scelta è l'urbanvoids 32 appartenente all'area E



3) la seconda scelta è l'urbanvoids 21 appartenete all'area F



4) la terza scelta è l'urbanvoids 33 che presenta le stesse caratteristiche dell'urbanvoids 32

interviste

Anziano di Villa Certosa (ex geometra del comune di Roma):
Io sono nato in questa zona che, insieme al Quadraro sono quelle più vecchie. Entrambe, infatti, hanno subito rastrellamenti dei nazisti. Sono quartieri nati in maniera spontanea per sopperire al bisogno di abitazioni per le famiglie che emigravano all'inizio del secolo da Sardegna, Sicilia, Marche e Abruzzo perché i veneti andavano nella pianura pontina.  
Le case nascevano da lottizzazioni che davano vita a micro lotti sui quali costruite baracche fatiscenti poi sistemate con tufo e pozzolana reperita con la "barozzetta" nelle gallerie sotterranee (che noi avevamo utilizzato prima come rifugio antiaereo durante la guerra). La nascita non pianificata dell'area ha fatto si che queste non avessero le fogne fino a 5 anni fa quando è intervenuto finalmente il comune. Fino ad allora le case utilizzavano come fogne le vecchie cave, creando  dissesti nelle costruzioni, aggravati dalle vibrazioni dell'adiacente ferrovia Roma-Napoli. Proprio per questo motivo chi ha potuto se ne è andato a malincuore dalla sua casa natale, pur senza allontanarsi. Ora le case sono abitate dagli extra comunitari di diverse nazionalità.  Nonostante la forte presenza di questi stranieri non riusciamo a integrarci, ma comunque non danno fastidio. Quelli che mi piacciono di più sono i cinesi perchè hanno la loro mafia che da una parte li schiavizza e dall'altra li protegge.

Rappresentante del "ORTO -INsorto":
Questo progetto nasce dalla volontà di una associazione spontanea di circa 60-70 persone che per protesta hanno occupato l'area di via degli angeli 140.Abbiamo deciso di prenderci questo spazio, da anni abbandonato e di proprietà dell'INPS, per adibirlo ad orto, spazio per i bambini e più in generale per tutti gli abitanti del quartiere. Ovviamente i prodotti che da un anno a questa parte riusciamo a produrre sono in libera condivisione o utilizzati per le feste che saltuariamente organizziamo. L'associazione "Nidi di vespe"(in ricordo del rastrellamento tedesco del 1944) non ha fini di lucro e si propone di utilizzare questo spazio come luogo di incontro per l'intera comunità.  Del resto viviamo in una estrema carenza di verde, considerando che l'unico parco nelle vicinanze è il "Giardino dei Ciliegi" a Via Filippo Re (in realtà di piccole dimensioni e compreso tra ferrovia e strada di scorrimento).

Presidente Centro  Anziani "Teresa Frassinelli":
Il centro sociale è piccolo, soprattutto considerando i 1800 iscritti. Non abbiamo spazi all'aperto ed anche quelli al chiuso non ci permettono di svolgere molte attività. Per esempio il corso di ballo che abbiamo attivato si svolge in una saletta che può ospitare al massimo 4 coppie, e che si deve alternare con il corso di Canto  Corale.Per il resto lo spazio ci permette di svolgere solo partite di carte.
Nelle sale del piano terra ospitiamo la mostra fotografica "I cento scatti" di Roberto Ciavoni che racconta il quartiere e i suoi abitanti dal dopoguerra agli anni 70: demolizioni delle baracche degli archi dell'acquedotto,  lotte sindacali degli anni 70 e tutti quei momenti di vita quotidiana che tanto hanno affascinato Pier Paolo Pasolini. 

Anziana abitante della zona:
Il quartiere è vecchio e da rimodernare, mancano centri di ritrovo ad eccezione del Centro Anziani che però è molto piccolo (considerando il numero di iscritti) e privo di spazi all'aperto.
Io ho dei nipotini, con la bella stagione posso portarli al parco "Giordano Sangalli" ma d'inverno o con il brutto tempo i bambini non hanno altri spazi.

Queste sono le interviste fatte (in collaborazione con la mia collega Proietto) durante il sopralluogo fatto successivamente alla scelta dell'area. Da queste parole emerge chiaramente il forte disagio che caratterizza questi quartieri romani, che necessitano di un intervento significativo che funga da catalizzatore sociale per gli abitanti della zona.

venerdì 9 marzo 2012

Laboratorio III

L'esame di Laboratorio III l'ho sostenuto nel lontano settembre 2008 (non ridete ve l'avevo detto che ho avuto una serie di vicissitudini a livello universitario).
La docente del LABORATORIO DI ARCHITETTURA DEGLI INTERNI 2 era la Professoressa anna giovannelli e il tema del corso era: PROGETTO PER LA NUOVA SCUOLA NAZIONALE DI CINEMA AL CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA_ ROMA
L'esame è stato molto interessante perchè per la prima volta; seppur confrontandoci comunque con una realtà circoscritta (il progetto consisteva infatti solo nella progettazione della scuola e non dell'intorno), avevamo dei vincoli forti da rispettare quali: l'ubicazione dell'edifcio, la struttura esterna già ristrutturata che fungeva da scatola per il nostro progetto, un programma funzionale dettagliato che non ammetteva sconti.
In allegato di seguito troverete un paio di tavole  e delle foto del plastico che rendono l'idea del grado di approfondimento dell'esame.













...presentazioni


ciao a tutti, dopo un percorso ad ostacoli tra le mille difficoltà burocratiche e amministrative della nostra facoltà di architettura (spero non ve ne siano capitate tante quanto a me), mi trovo per la prima volta a frequentare un corso della quinquennale...sarà un'avventura faticosa ma certamente molto formativa!!!
non ho mai pensato di aprire un blog nel mio percorso universitario perciò mi scuso se trasparirà spesso la mia inesperienza, vi auguro intanto una buona giornata e ci sentiamo presto